I gioielli sognanti e altri gioielli by Theodore Sturgeon

I gioielli sognanti e altri gioielli by Theodore Sturgeon

autore:Theodore Sturgeon [Sturgeon, Theodore]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-10-18T12:00:00+00:00


8

MBALA SCIVOLAVA, TERRORIZZATO, nelle tenebre. La notte era fatta per dormire, per riposarsi nel kraal russando con una delle mogli stese sul pavimento e fuori le capre che ruminavano e si strusciavano contro la porta. Lascia che la giungla mormori e squittisca, strilli, scalci e si calmi, emetta fruscii, corra e ruggisca: era suo diritto fare cose del genere. Come tutti sapevano, era piena di demoni, e anche questo era giusto. Loro non entravano mai nel kraal, e Mbala non s’infilava mai nel buio. Non fino a quel momento.

“Sono troppo agitato” pensò. Era colpa dei demoni. La sua parte superiore aveva dimenticato come fare per vedere, le sue sfere oculari si protendevano contro quelle tenebre, inutilmente. Ma i suoi piedi riconoscevano ogni radice e ogni pietra del percorso. Camminava di traverso, perché così i piedi vedevano meglio la strada, e la lancia pronta, contro... cosa? Stava più che all’erta.

La sua lancia, insanguinata, onorata, affilata per metà della sua lunghezza... Si ricordò del giorno in cui era diventato un uomo e ritrovandosi in piedi, attonito, a riceverla, sanguinante per la cerimonia, nauseato dalle pozioni che gli avevano fatto bere e che, sebbene gli riempissero lo stomaco, erano impotenti a uccidere le rosse formiche della fame che strisciavano mordendo dentro di lui. Erano due giorni e una notte che non dormiva, quasi una settimana che non mangiava, eppure non ricordava nessuna di quelle sensazioni se non come fatti distanti, come appartenenti alla storia di qualcun altro. L’unica cosa che gli appariva chiara e netta era l’orgoglio che aveva avvertito quando gli avevano spinto in mano la lancia e l’avevano chiamato uomo. La piccola lancia sottile, dalla punta minuscola e acuminata, con il manico lungo e senza segni. Le volte in cui ci ripensava, come in quel momento, risentiva lo stesso sussulto d’esaltazione che provava sempre quando impugnava l’arma, anche se ora era mescolato a un po’ di tristezza e a una sfumatura di terrore primordiale; perché la lancia che gli poggiava sul collo, pur essendo d’acciaio pesante, meravigliosamente inciso, risultava inutile... inutile... e lui si sentiva meno uomo di quel giovane guerriero dalla lancia con la punta non ancora usata, e meno uomo di quanto lo fosse un ragazzo. Per un uomo la lancia non è mai inutile. Può solo essere usata bene o male, tutto qui. Ma adesso era nel regno dei demoni, e qui la lancia non aveva scopo o utilità che potessero confortare la sua mano esperta e i muscoli della sua spalla e della sua schiena tesi come corde. Gli dava poco conforto la sua inutilità, e in quel momento gliene dava ancora meno. Persino la sua virilità diventava una cosa da nulla, come quella del vecchio Nugubwa, che aveva perso un braccio durante una scorreria, non era morto, ce l’aveva fatta e aveva riportato a casa l’arto amputato che in seguito si sarebbe trasformato in un groviglio contorto di bianchi fuscelli.

Un demone lanciò uno strillo acuto accanto al suo orecchio e si allontanò di corsa nelle tenebre:



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